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sabato 5 maggio 2007

GUIDO, I' VORREI... / Dante Alighieri

Questa poesia proviene da un tipico ambiente comunale, Firenze. La città aveva toccato, all'inizio del XIV secolo, il livello di vita più alto in Italia, era una collettività operosa, in cui avevano una posizione di primo piano mercanti e banchieri, che esercitavano la loro attività ormai in tutta Europa.
Nasce in questo ambiente una nuova cultura, che è espressa dal ceto dirigenziale comunale: di esso fanno parte, per esempio, Dante Alighieri, autore del sonetto che segue, e gli amici che egli nomina, Guido Cavalcanti e Lapo Gianni.
Dante immagina di potersi imbarcare, per magia, su di una nave che se ne andrà da sola per il mare. Vorrebbe con se gli amici più cari, e ciascuno dovrebbe avere accanto la sua donna, cioè quella che in Firenze gli è più cara e gli pare più bella.

Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel, ch'ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio;
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse 'l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch'è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d'amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
s' come i' credo che saremmo noi.

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